Aprire un bar: Guida passo passo per non sbagliare

bar guida
Tabella dei Contenuti

A cura di Mascia Mancini

APRIRE UN BAR: DA DOVE PARTIRE DAVVERO

Se ti stai chiedendo “come si apre un bar” e quali siano i primi passi concreti, è importante partire con una visione chiara dei vantaggi e delle difficoltà rispetto ad altre attività.

Aprire un bar può essere una strada in grado di regalare grandi soddisfazioni sia personali che dal punto di vista economico, ma deve essere intrapresa con consapevolezza e grande preparazione.

I bar rientrano per legge negli “esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande” e più precisamente sono definiti “locali di vendita per il consumo sul posto”.

Un bar è un’impresa dinamica e redditizia, soprattutto se ben posizionato e gestito con attenzione alle esigenze della clientela.

Tra i vantaggi, ci sono orari flessibili (rispetto a un ristorante ad esempio), costi di avvio più contenuti e la possibilità di creare un punto di ritrovo fedele.

Tuttavia, aprire un bar oggi presenta anche sfide da non sottovalutare: la forte concorrenza, la necessità di differenziarsi (con un’offerta di qualità, un concept originale o servizi aggiuntivi), e gli adempimenti burocratici (dalle licenze alle normative HACCP).

Inoltre, la gestione del personale e l’approvvigionamento dei fornitori richiedono organizzazione costante.

Il segreto per partire con il piede giusto? Uno studio di mercato accurato, un business plan solido e la scelta della location ideale.

Nei prossimi paragrafi, seguiremo l’apertura di un bar passo per passocon una sintesi degli aspetti più importanti.

1 – SCEGLIERE LA MIGLIORE POSIZIONE PER APRIRE UN BAR

Trovare la giusta location è il primo e più importante passaggio per aprire un locale.

In passato chi intendeva aprire un bar doveva ottenere una licenza, ovvero un permesso rilasciato dai Comuni.

Con un piano commerciale comunale, oltre al numero massimo di bar consentiti, veniva ad esempio posta anche una limitazione in termini di distanza minima fra un esercizio e l’altro.

Oggi le licenze, nel vero senso della parola, non esistono più: chiunque, in linea del tutto teorica, può aprire un bar ovunque lo desideri. 

Naturalmente, un altro vincolo all’apertura di un nuovo bar è rappresentato dalla rispondenza a livello edilizio delle strutture del locale come, ad esempio, una particolare metratura, l’idoneità ai fini della sicurezza oppure ancora la presenza di adeguate superfici vetrate e apribili.

Gli americani dicono che per aprire un locale tre sono gli elementi fondamentali: location, location e location.

Ora, non vorremmo essere così estremisti, ma sicuramente è inutile sottolineare l’importanza della posizione, della location  in cui intendiamo aprire la nostra caffetteria o bar in generale .

Degli aspetti che consentono di valutare una buona location possiamo semplificare in due concetti principali: la fruibilità e la logistica cioèla facilità con cui i nostri clienti possono vedere e trovare il nostro locale, la possibilità che ci passino davanti, se a passarci davanti sia il tipo di clientela che ci interessa (il nostro target), che il nostro locale risulti visibile e rassicurante per chi passa e ci veda dall’esterno.

2 – DECIDERE CHE TIPO DI LOCALE APRIRE

Cosa sappiamo fare? Di che tipo di location disponiamo?

In base a questi dati possiamo scegliere che tipo di locale aprire: un bar da colazioni, un bar punto pranzo, un bar ristorante, un bar per aperitivi, oppure pensare ad altri format, per esempio bar gelateria, oppure bar pizzeria da asporto o ancora una pasticceria o perché no un bar sulla spiaggia.

3 – COME FARE UN BUSINESS PLAN PER UN BAR

Prima di iniziare un’attività è bene fare un po’ di conti. Aprire un bar senza un business plan  è come navigare senza bussola: rischi di perdere il controllo dei costi e degli incassi. Ecco una guida pratica per creare un piano economico dettagliato, con esempi concreti e una simulazione finanziaria di base. Il piano economico bar serve per valutare la sostenibilità dell’idea, stimare i costi, prevedere i ricavi e analizzare la redditività del progetto.

Struttura del business plan

Un buon business plan per un bar deve includere:

  • Analisi di mercato: chi sono i clienti target? Qual è la concorrenza nella zona?
  • Concept del locale: sarà un bar tradizionale, una caffetteria specializzata o un cocktail bar, bar con o senza cucina?
  • Piano finanziario: costi iniziali, previsioni di incasso e margini di guadagno.

Ecco i principali passaggi per creare un business plan efficace:

  1. Analisi dei costi iniziali:
    • Costruzione o ristrutturazione del locale
    • Realizzazione del bancone (l’elemento di arredo più costoso)
    • Acquisto di tavoli, sedie, scaffali, attrezzature da cucina
    • Costi burocratici: autorizzazioni, corsi obbligatori, spese legali
  2. Definizione dello scontrino medio e stima degli incassi:
    • Calcolare il valore medio di una consumazione
    • Stimare il numero di clienti giornalieri e settimanali
    • Prevedere l’andamento stagionale
  3. Analisi dei costi di gestione:
    • Food cost: costo delle materie prime (caffè, cappuccini, cocktail, snack)
    • Costo del personale
    • Affitto, utenze, assicurazioni, manutenzioni
    • Tasse (IVA, imposte sui redditi, contributi INPS)
  4. Simulazione finanziaria:
    • Creare scenari diversi (ottimistico, realistico, prudente)
    • Calcolare il punto di pareggio (break-even point)
    • Stimare il tempo di ritorno dell’investimento (ROI)
  5. Valutazione: comprare o avviare da zero?
    • Acquistare un bar avviato può significare pagare anche per l’avviamento commerciale (clientela fidelizzata, incassi certi).
    • Creare un bar nuovo richiede più investimenti iniziali ma offre maggiore libertà nella costruzione del concept.

Simulazione finanziaria:

Costi iniziali (investimento)

Ecco le voci principali da considerare:

Voce di costoEsempio di importoNote
Affitto locale (caparra)€5.000 – €15.000Dipende dalla location
Ristrutturazione/arredo€20.000 – €50.000Bancone, impianti, allestimento
Attrezzature€10.000 – €30.000Macchina del caffè, frigoriferi, miscelatore
Licenze e permessi€2.000 – €5.000SCIA, SAB, HACCP, sicurezza sul lavoro
Fondo cassa€3.000 – €8.000Liquidità per le prime spese
Totale stimato€40.000 – €108.000

Costi fissi mensili

  • Affitto: €1.500 – €3.500
  • Bollette (luce, acqua, gas): €500 – €1.200
  • Personale (2-4 dipendenti): €3.000 – €6.000
  • Materie prime (caffè, latte, snack): €1.500 – €3.000
  • Marketing e pubblicità: €300 – €800

Previsione degli incassi (simulazione)

Per stimare i ricavi, calcola lo scontrino medio e il numero di clienti giornalieri.

Esempio:

  • Scontrino medio: €4,50 (caffè + cornetto)
  • Clienti al giorno: 150
  • Incasso giornaliero: €675
  • Incasso mensile (30 giorni): €20.250

Margine di guadagno:

  • Se i costi fissi mensili sono €7.000, l’utile lordo sarà di €13.250.
  • Tasse e contributi (circa 30-40%): €3.975 – €5.300
  • Utile netto mensile€7.950 – €9.275

Food cost e gestione dei ricavi

  • Food cost ideale: 25-30% del prezzo di vendita (es. se un cappuccino costa €0,80 in materie prime, va venduto a €2,50-€3).
  • Strategie per aumentare i margini:
    • Vendita di prodotti ad alto valore aggiunto (es. cocktail, dessert gourmet).
    • Fidelizzazione con programmi punti o happy hour.

Break-even analysis: quando diventa redditizio?

Supponendo un investimento iniziale di €70.000 e un utile netto mensile di €8.000:

  • Tempo di rientro: ~9 mesi (a patto di rispettare le previsioni).

Un business plan bar dettagliato aiuta non solo a capire se l’attività sarà sostenibile, ma anche a presentarsi in modo più credibile davanti a eventuali investitori o istituti di credito.

(CTA: registrati e chiedi il nostro modello excel gratuito di business plan con formule preimpostate)

4 – CHE DOCUMENTI SONO NECESSARI PER APRIRE UN BAR?

Per avviare un bar è necessario disporre di una serie di documenti e autorizzazioni che garantiscano la conformità dell’attività alle normative vigenti. Ecco un elenco dei principali documenti necessari:

  • SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e Autorizzazione sanitaria ASL (AUSL): da presentare al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune di riferimento, per dimostrare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e delle disposizioni HACCP, urbanistici, strutturali e di sicurezza. Per essere sicuri di non sbagliare dovremo contattare un tecnico, perito o geometra. Per sapere anche di quanti bagni avrò bisogno? posso cucinare nel bar? Quali norme igieniche dobbiamo seguire per l’arredamento?
  • Iscrizione al Registro delle Imprese: presso la Camera di Commercio per ottenere la Partita IVA e registrare l’attività.
  • Dichiarazione di conformità degli impianti: elettrici, idraulici e del gas, rilasciata da un tecnico abilitato.
  • DVR (Documento di Valutazione dei Rischi): obbligatorio per il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08).
  • Manuale HACCP: redatto ed aggiornato in base alle norme igienico-sanitarie
  • Autorizzazione per l’insegna: richiesta al Comune se si intende installare un’insegna luminosa o un’insegna esterna.
  • Permesso di occupazione suolo pubblico (se necessario): da richiedere al Comune se si prevede di collocare tavoli e sedie all’esterno.
  • Licenza SIAE per la musica:
  • Canone per la TV: se si intende avere una TV all’interno del locale.
  • Autorizzazione per la vendita di alcolici: da richiedere all’Agenzia delle Dogane nel caso in cui si vogliano somministrare bevande alcoliche.
  • E se assumiamo del personale?! Iscrizione all’INPS, all’INAIL……

Questa documentazione deve essere predisposta con attenzione per evitare ritardi o problemi nella fase di apertura del locale. È sempre consigliabile avvalersi della consulenza di un commercialista o di un esperto del settore (https://centrostudieformazione.it/sicurezza-sul-lavoro-e-sicurezza-alimentare-haccp/) per gestire al meglio l’intero iter burocratico.

5 – LICENZE PER APRIRE UN BAR: DOCUMENTI DA PREPARARE E ITER BUROCRATICO DA SEGUIRE

Per aprire un bar è fondamentale conoscere tutte le licenze e i permessi obbligatori da ottenere, oltre alla documentazione necessaria da presentare agli enti preposti. Vediamo una pratica check-list con la documentazione da preparare e l’iter burocratico da seguire.

Licenze e permessi principali:

  • SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività: da presentare presso il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune dove ha sede il bar.
  • SAB – Somministrazione di Alimenti e Bevande: requisito professionale obbligatorio per chi vuole aprire un bar. Se non si possiede un diploma alberghiero o un’esperienza documentata nel settore, è necessario frequentare l’apposito corso di formazione presso un ente di formazione accreditato (come il nostro corso Commercio Alimentare e SAB – link).
  • Licenza per insegna pubblicitaria: se si vuole installare un’insegna esterna, va richiesta apposita autorizzazione comunale.
  • Certificato di agibilità: necessario per dimostrare che i locali sono idonei e sicuri per l’attività commerciale.
  • Piano HACCP: obbligatorio per garantire la sicurezza alimentare. È necessario predisporre un piano di autocontrollo basato sull’analisi dei rischi e formare tutto il personale (corsi HACCP obbligatori – link).
  • Adempimenti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/08): il titolare deve essere formato come RSPP (corso RSPP 16 ore), effettuare la valutazione dei rischi, designare gli addetti antincendio e primo soccorso (corsi disponibili qui, qui) e nominare il medico competente se previsto.
  • Nomina del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS): se eletto internamente, il RLS deve frequentare un apposito corso di 32 ore (link).

Check-list riepilogativa della documentazione da preparare:

  • ☑Documento d’identità valido e codice fiscale del titolare.
  • ☑ Visura Camerale e eventuale Atto Costitutivo (se società).
  • ☑ SCIA compilata e firmata da consegnare al Comune.
  • ☑ Attestato di frequenza al corso SAB o documentazione equivalente.
  • ☑ Piano HACCP e certificazioni di formazione del personale.
  • ☑ Agibilità e conformità impianti.
  • ☑ Permessi per insegna e suolo pubblico.
  • ☑ Documentazione sulla sicurezza sul lavoro (DVR, nomine addetti sicurezza e primo soccorso, attestati formativi).

Seguire correttamente l’iter burocratico per aprire un bar permette di evitare sanzioni e partire con serenità.
Un supporto professionale nella fase iniziale può fare la differenza per gestire al meglio tutta la procedura.

Per evitare sanzioni, consigliamo di affidarti a professionisti o enti accreditati come Centro Studi e Formazione per supporto nella formazione e nelle pratiche.

6 – POSSO APRIRE UN BAR SENZA ESPERIENZA NEL SETTORE?

Se ti stai chiedendo se è possibile aprire un bar senza esperienza, la risposta è sì, ma con alcune accortezze.

Mentre competenze tecniche e conoscenze gestionali sono fondamentali per il successo dell’attività, esistono percorsi alternativi per colmare queste lacune. Aprire un bar senza esperienza è possibile, ma richiede impegno, formazione e una buona dose di organizzazione.
Non è obbligatorio aver lavorato in un bar per diventare titolari di un’attività, ma è importante sapere che serve esperienza per aprire un bar dal punto di vista gestionale, pratico e burocratico.

Ecco alcuni consigli utili per chi parte da zero:

  • Formarsi con corsi specifici: frequentare corsi pratici di gestione bar, caffetteria, latte art e barman aiuta a costruire le competenze necessarie. Costruire – Centro Studi e Formazione organizza percorsi completi nelle sedi di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche e Teramo o direttamente nel bar.
  • Acquisire conoscenze teoriche: leggere manuali, partecipare a webinar o seguire workshop è fondamentale per chi ha poco tempo e vuole imparare velocemente.
  • Praticare sul campo: fare esperienza diretta lavorando anche per brevi periodi in bar o locali simili è un investimento prezioso per capire meglio il lavoro quotidiano.
  • Assolvere agli obblighi formativi: sono indispensabili alcuni corsi obbligatori per legge:
    • Corso SAB e Commercio Alimentare per ottenere l’autorizzazione amministrativa (scopri il corso qui).
    • Corso HACCP Operatore Alimentare per garantire la sicurezza alimentare (info corso HACCP).
    • Formazione sulla sicurezza sul lavoro per titolari e dipendenti, obbligatoria ai sensi del D.Lgs. 81/08.
  • Assumere personale qualificato: Se non hai mai lavorato dietro al banco, affidati a baristi esperti e forma il tuo team. Collaborare con un barista o un gestore già avviato può compensare la mancanza di know-how.
  • Scegli un concept semplice: evita menu troppo elaborati se non hai competenze specifiche.
  • Affidati a un consulente: un esperto di gestione può aiutarti a evitare errori comuni nei primi mesi. Costruire – Centro Studi e Formazione forte della sua esperienza è in grado di affiancare l’imprenditore nell’avvio di gestione. (CTA Contattaci per essere inserito nel programma ristorazione di successo)

In conclusione, aprire un bar senza esperienza è possibile se ci si affida alla giusta formazione pratica e burocratica. Con il giusto percorso e la giusta umiltà anche chi parte da zero può costruire un’attività di successo.

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7 – QUANTO COSTA APRIRE UN BAR NEL 2025

Una delle domande più frequenti è proprio: quanto costa aprire un bar oggi? Aprire un bar richiede un investimento iniziale significativo, che varia in base alla location, alle dimensioni del locale e al tipo di offerta (bar tradizionale, caffetteria specializzata, cocktail bar, ecc.).

Ecco una stima aggiornata al 2025 dei costi da considerare per pianificare il tuo budget.

Ecco una panoramica dei costi iniziali da mettere in conto:

  • Affitto e cauzione del locale: da 1.000 a 3.000 €/mese, con almeno 3 mensilità anticipate a garanzia. Dipende dalla città e dalla posizione (es. centro storico vs. periferia)
  • Ristrutturazione e arredamento: da 20.000 a 50.000 €, in base al tipo di locale e alla qualità dei materiali. Il bancone resta la voce più costosa.
  • Attrezzature professionali: macchina del caffè, lavastoviglie, frigoriferi, forni, ecc. Budget indicativo: 15.000 – 30.000 €.
  • Licenze e corsi obbligatori: corso SAB, HACCP, Sicurezza sul lavoro, permessi comunali. Costo medio: 2.000 – 6.000 €.
  • Marketing e comunicazione iniziale: insegne, sito web, social, volantini. Budget suggerito: 2.000 – 5.000 €.
  • Personale (stipendi e contributi): almeno 2-3 persone per avviamento. Considerare almeno 4.000 – 6.000 €/mese.
  • Scorte iniziali (food & beverage): 2.000 – 5.000 € per partire.

🔎 Totale indicativo minimo: da 50.000 a 100.000 euro


Naturalmente, si può partire anche con meno, soprattutto in locali piccoli o già attrezzati, ma serve una pianificazione attenta per evitare imprevisti.

Chi ha un budget ridotto può valutare:

  • il subentro in un’attività esistente
  • l’utilizzo di fondi pubblici o finanziamenti agevolati
  • il ricorso a fondi interprofessionali per la formazione del personale, come quelli gestiti da enti accreditati.

Con un utile netto mensile di €5.000 – €10.000, il break-even si raggiunge in 12-24 mesi. Per massimizzare i profitti:

  • Occorre ottimizza il food cost (mantenendolo sotto il 30%).
  • Punta su prodotti ad alto margine (cocktail, brunch, eventi…)

8 – APRIRE UN BAR CONVIENE ANCORA? MEGLIO DA SOLI O IN FRANCHISING?

Aprire un bar conviene? È la domanda che molti si pongono prima di investire tempo e risorse in questa attività. La risposta dipende da vari fattori, ma possiamo fare un’analisi costi-benefici per aiutarti a valutare con maggiore consapevolezza.

Un bar può essere molto redditizio, soprattutto in zone strategiche e con un’offerta ben pensata. Tuttavia, i margini dipendono da tanti elementi: costi fissi (affitto, utenze, personale), food cost, orari di apertura prolungati e una concorrenza sempre più agguerrita.

Lavorare in un bar significa spesso avere giornate lunghe, festivi inclusi, e dover gestire imprevisti continui.

Nonostante questo, chi sa distinguersi riesce a guadagnare con un bar e a costruire una clientela fidelizzata. (Un bar mediamente gestito può avere un margine che varia dai 3000 agli 8000 euro/mese).

Ma è meglio aprire un bar indipendente o un bar in franchising?

Anche qui ci sono pro e contro. Un bar indipendente ti lascia totale libertà creativa e gestionale, ma richiede un forte investimento in comunicazione, immagine e processo di avviamento.

Il bar in franchising, invece, offre un marchio già conosciuto, una formula collaudata e supporto nella formazione e nella fornitura dei prodotti. I vantaggi del franchising includono spesso riduzione dei rischi, marketing centralizzato e assistenza operativa e può essere utile per chi ha poca esperienza imprenditoriale. Tuttavia, comporta vincoli contrattuali, royalty periodiche e meno autonomia decisionale.

Bar indipendente vs. franchising: differenze chiave

AspettoBar indipendenteBar in franchising
Investimento iniziale€50.000 – €150.000€80.000 – €250.000 (royalty incluse)
Margini di guadagno20-35% (se ben gestito)15-25% (a causa dei costi del franchisor)
FlessibilitàMenu, arredo e prezzi personalizzabiliStandard imposti dal brand
SupportoNessuno (tutto a tuo carico)Formazione, marketing e fornitori garantiti
Rischio di fallimentoAlto (soprattutto senza esperienza)Più basso (brand già affermato)

In sintesi, aprire un bar oggi conviene solo se si è ben preparati, si ha un piano solido e si sceglie con lucidità il modello di business più adatto al proprio profilo imprenditoriale.

9 – I FINANZIAMENTI PER APRIRE UN BAR: SCOPRI TUTTE LE OPPORTUNITA’

Aprire un bar è un progetto entusiasmante, ma significa anche investire con intelligenza.

Una delle prime domande da porsi è: ho le risorse economiche necessarie oppure devo cercare finanziamenti?

La buona notizia è che non devi per forza avere tutti i fondi subito! 

Oggi, esistono molte soluzioni per affrontare questo passo senza sentirsi schiacciati dal peso dei costi iniziali, dal credito bancario ai bandi pubblici, fino ai fondi interprofessionali per la formazione continua del personale. Ecco una guida completa per muoverti con sicurezza.

Il primo passo è fare un bilancio delle risorse a disposizione: quanto posso investire personalmente? Questa analisi aiuta a capire se sarà necessario rivolgersi a un istituto di credito, a un Confidi (ottima opzione per le start-up, perché facilita l’accesso al credito) o partecipare a bandi pubblici nazionali e regionali, che possono coprire parte dei costi iniziali.

Quando ha senso indebitarsi?

Il ricorso all’indebitamento può essere una leva positiva, se è sostenibile e ben pianificato. Indebitarsi non è sbagliato, a patto che il business plan dimostri che l’attività sarà in grado di generare ricavi sufficienti per coprire le rate del finanziamento.

È importante valutare la proporzione tra capitale proprio e finanziamenti esterni, mantenendo un buon equilibrio, è ideale coprire almeno il 20-30% dei costi iniziali con risparmi propri. Inoltre, per quanto riguarda l’indebitamento, le rate del finanziamento non dovrebbero superare il 30% del flusso di cassa mensile previsto.

In questo periodo storico esistono numerosi bandi e incentivi pubblici per chi vuole aprire un locale: Invitalia, bandi regionali, programmi per l’autoimpiego e l’imprenditoria giovanile o femminile. Alcuni prevedono anche contributi a fondo perduto, cioè finanziamenti che non vanno restituiti.

Tenere d’occhio questi strumenti può fare la differenza tra un’idea che resta nel cassetto e un’attività che decolla. (NOI DI COSTRUIRE POSSIAMO AIUTARTI A VALUTARE LA SCELTA PIU’ GIUSTA!!!)

Spesso si sottovaluta un aspetto fondamentale: la formazione del personale e del titolare stesso. Eppure, un bar ben gestito nasce anche da competenze aggiornate.

Per fortuna, c’è un “salvadanaio” prezioso e poco conosciuto: i fondi interprofessionali.

Questi fondi possono finanziare corsi per baristi, barman, caffetteria, gestione del bar, HACCP, sicurezza sul lavoro e molto altro, senza costi per l’impresa.

È possibile accedervi tramite enti di formazione accreditati che supportano anche nella progettazione e rendicontazione dei corsi. (NOI DI COSTRUIRE POSSIAMO AIUTARTI A VALUTARE LA SCELTA PIU’ GIUSTA E AD OTTIMIZZARE LE RISORSE DISPONIBILI IN OGNI PASSAGGIO!!!)

10 – IDEE DI BAR DI SUCCESSO: FORMAT CHE FUNZIONANO NEL 2025

Stai cercando idee per aprire un bar che sia al passo con i tempi? Nel 2025, il successo non dipende solo dalla qualità del caffè, ma anche dall’originalità del concept e dalla capacità di intercettare i bisogni del cliente moderno. Ecco una panoramica dei format bar di tendenza da cui prendere ispirazione:

  • Bar healthy & Bio Caffetterie: sempre più persone cercano benessere anche nei momenti di pausa. I bar che offrono centrifughe fresche, colazioni proteiche, opzioni vegane e gluten free sono in forte ascesa.
  • Caffetterie letterarie: spazi ibridi che uniscono cultura e convivialità. Libri da sfogliare, eventi con autori, angoli studio e atmosfera rilassata sono il cuore di questo format.
  • E-Sports Bar & Gaming Café: ideali per appassionati di calcio, ciclismo, tennis o sport americani e più in generale di sport in genere. Schermi giganti per tornei di FIFA, League of Legends, ecc., community di tifosi, eventi tematici e merchandising dedicato possono fare la differenza.
  • Bar coworking: rispondono alle esigenze dei freelance e smart worker. Wi-Fi potente, prese ovunque, atmosfera tranquilla e menù light rendono questi luoghi ideali per lavorare fuori casa.
  • Café boutique o bar esperienziali: design curato, prodotti artigianali, attenzione ai dettagli trasformano la visita in un’esperienza da condividere anche sui social.
  • Pet friendly cafè: format pensati per la migliore esperienza animale/padrone. Oggi il 60% della popolazione possiede un animale domestico.

Il segreto? Non copiare, ma personalizzare un’idea in base al proprio territorio, al target di riferimento e ai propri punti di forza. I format di successo nascono spesso dalla combinazione tra intuizione imprenditoriale e ascolto attivo del mercato.

11 – ALTRE NORMATIVE PER LA GESTIONE DI UN BAR

È il momento ora di occuparci di fisco,  IVA, INPS, INAIL, di notaio, di documenti fiscali, di normativa sulle insegne o sull’occupazione di suolo pubblico in caso di spazi all’esterno, di SIAE se si intende diffondere musica all’interno del locale, di canone per la TV, autorizzazioni per tabacchi, gratta e vinci, buoni pasto, normativa di pubblica sicurezza….

12 – COME SI GESTISCE E LE STRATEGIE PER UN LOCALE DI SUCCESSO

Una volta avviato il Bar occorre che scegliamo la strategia per rendere la nostra attività di successo. Un’attività è di successo se mettiamo 3 semplici ingredienti: Passione, creatività e sperimentazione e tanto, tanto studio! (https://centrostudieformazione.it/ristorazione-di-successo/)

FAQ – TUTTE LE DOMANDE FREQUENTI SU COME APRIRE UN BAR

  • Quanti soldi servono per aprire un bar?

Dipende da molti fattori, ma per un piccolo bar si parte da un budget minimo di 30.000–50.000 euro, considerando affitto, attrezzature, lavori, licenze, arredi e scorte iniziali. Se si desidera un locale più ampio o in zona centrale, i costi possono superare 100.000 euro.

  • Serve il diploma per aprire un bar?
    No, non serve il diploma di scuola superiore. Tuttavia, se non hai 2 anni di esperienza documentata come barista o gestore, devi frequentare e superare un corso abilitante come il SAB (Somministrazione di alimenti e bevande) o Commercio alimentare, riconosciuto dalla Regione.
  • Che forma giuridica conviene per aprire un bar?
    Dipende se si apre da soli o con soci. Le opzioni più comuni sono ditta individuale, società di persone (SNC) o società a responsabilità limitata (SRL). Un consulente fiscale può aiutarti a scegliere la formula più adatta in base al progetto e al rischio d’impresa.
  • Quali autorizzazioni servono per aprire un bar?
  • Corso SAB o equivalente
  • Corso HACCP per te e i tuoi collaboratori
  • Licenza commerciale da richiedere al Comune
  • Apertura della partita IVA
  • Iscrizione INPS e INAIL
  • SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)
  • Idoneità dei locali (ASL + Vigili del Fuoco se previsto)
  • Quanto guadagna un bar?
    Dipende da location, gestione, orari e target. In media, un bar ben avviato può generare utili mensili tra 1.500 e 5.000 euro, ma serve tempo per raggiungere stabilità economica.
  • Meglio comprare un bar avviato o aprirne uno da zero?
    Comprare un bar già avviato può permettere di incassare subito, ma bisogna verificare avviamento reale, bilanci e contratti. Aprire da zero offre più controllo, ma richiede tempo e maggiore investimento iniziale.
  • Quali corsi servono per aprire un bar?
    • Corso S.A.B. (obbligatorio se non hai i requisiti)
    • HACCP (o.s.a. ex libretto sanitario) per te e i dipendenti
    • Sicurezza sul lavoro (RSPP, primo soccorso, antincendio)

Che con Costruire possono essere presi insieme all’abilitazione SAB

  • Quanti soldi servono per aprire un bar?
    Dipende dal tipo di locale, ma ecco alcuni esempi:
    • Bar piccolo: €50.000 – €100.000
    • Bar medio con dehors: €100.000 – €200.000
    • Franchising: €80.000 – €250.000
    •  
  • Conviene comprare un bar già avviato?
    Dipende: valuta libri contabili, fedeltà della clientela e motivo della vendita.
  • Esistono agevolazioni o finanziamenti? Sì, sono disponibili incentivi per giovani imprenditori, donne e start-up innovative. È consigliabile consultare bandi regionali o nazionali e rivolgersi a un consulente come Costruire per valutare le opportunità disponibili.
  • Come scegliere la location ideale? È importante valutare:
    • Il passaggio pedonale e veicolare
    • La presenza di concorrenti
    • La vicinanza a uffici, scuole o università
    • La disponibilità di parcheggi​
    •  
  • Quanto può guadagnare un bar? Il fatturato medio di un bar in Italia varia tra 300.000€ e 500.000€ annui, ma dipende da molti fattori come la location, la gestione e l’offerta proposta. ​
  • Quali sono i margini di profitto in un bar? I margini possono variare, ma in genere si attestano tra il 10% e il 20% del fatturato, a seconda dell’efficienza gestionale e dei costi operativi.

ALCUNI LUOGHI COMUNI DA SFATARE

1) “Non so cosa fare, apro un bar”:  le premesse sono errate. Un bar è un’attività imprenditoriale come tutte le altre, che richiede impegno, passione, lunghe ore di lavoro e una dedizione (almeno agli inizi) pressochè totale; non è una scelta residuale da fare se si hanno le idee confuse.  Regola n.1: APRO UN BAR SE HO UN’IDEA PRECISA E UN PROGETTO BEN DEFINITO.

2) Fare i conti PRIMA di iniziare è indispensabile. Molti mi dicono: “Apro e vedo come va”, ma questo è pericoloso. Bisogna avere ben chiari alcuni concetti base: la differenza tra un costo e un investimento, tra costi fissi e costi variabili,  il meccanismo dell’IVA, sapere cos’è un bilancio e un flusso di cassa.  Non si può delegare tutto ciò al commercialista: un imprenditore, per quanto piccolo, deve sapere fare almeno i calcoli di base. Regola n.2: APRO UN BAR SE HO UN’IDEA CHIARA DI COSTI, RICAVI E UTILI PREVISTI.

3) Differenziare la propria offerta; se nella via dove voglio aprire ci sono già due bar, il mio deve avere un’impostazione diversa dagli altri. Per questo occorre fare ricerca; per stimare il giro d’affari, consumo qualcosa nel bar concorrente vicino all’orario di chiusura e prendo nota del numero dello scontrino, mi piazzo davanti e osservo la gente che entra e esce, cerco di capire il movimento, la tipologia di avventori, gli orari di punta. Se gli altri bar sono srl, scarico i loro bilanci da Internet; interrogo i fornitori, leggo le riviste di settore. Regola n.3:APRO UN BAR SE SO COME DISTINGUERMI DALLA CONCORRENZA.

4) Scegliere un target; il bar generico può funzionare solo se è in una zona di altissimo passaggio, altrimenti è meglio rivolgere la proprio attenzione ad una specifica categoria di clienti. Impiegati in pausa pranzo? Miglioro l’offerta di panini e piatti freddi.  Studenti? Amplio gli snack. Mamme che socializzano dopo aver portato i figli all’asilo? Offro succhi e tisane. Attenzione: se “in corsa” verifico che il target non va, posso sempre cambiarlo. Regola n.4 APRO UN BAR SE INDIVIDUO LE VARIE CATEGORIE DI CLIENTI E POSSO PROPORRE A CIASCUNA DI ESSE UN’OFFERTA SU MISURA.

5) Chi va al bar non vuole solo bere un caffè: cerca 5 minuti di relax. Se rendiamo piacevole questa sosta, anche grazie all’accoglienza e alla relazione interpersonale, potremo fidelizzare la clientela. Selezionare attentamente i collaboratori, anche in base al modo in cui interagiscono con i clienti, o magari formiamoli è un elemento fondamentale per il successo del bar. Regola n. 5: APRO UN BAR SE SCELGO CON CURA I COLLABORATORI E SONO ATTENTO AL MODO IN CUI SI RELAZIONANO CON LA CLIENTELA.

6) “Voglio aprire intanto mi trovo un preposto”:  Affidare completamente la gestione di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande a un preposto può sembrare una soluzione pratica, ma nella realtà presenta diversi rischi. Così come uno chef stellato non delega interamente la qualità del suo ristorante al sous chef, anche un imprenditore nella somministrazione deve supervisionare il servizio, la gestione del personale e il rapporto con i clienti per garantire un’esperienza di qualità. Senza il coinvolgimento diretto del titolare, si rischia di perdere controllo su gestione finanziaria, qualità e fidelizzazione della clientela. Senza un controllo attivo, si possono verificare ritardi, errori e sprechi di risorse. E’ come affidare la guida della nostra auto esclusivamente al pilota automatico.  Regola n. 6: APRO UN BAR SE SCELGO DI ASSUMERMI LA RESPONSABILITA’ DELLA MIA IMPRESA. Il preposto può essere una figura utile per aiutarmi nei tempi di avvio, ma l’imprenditore deve rimanere coinvolto nella gestione.

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